Urban #28

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32/ Musica 76

Testi di Francesco Mascolo

THE ESSENTIAL

GIG LIST • Django Django 27/09 Magazzini Generali, Milano

The MORE IS MORE album

The GYNECOLOGIC album

John Grant Grey Tickles, Black Pressure (Bella Union)

Peaches Rub (I U She Music)

Se siete rimasti disorientati dalla fuga in Islanda di John Grant, con conseguente sbornia house, sappiate che ora le sue ballate attingono anche della produzione di John Congleton (David Byrne, St. Vincent, FFS): tra tronfio funky, pionieri della new wave, sovraesposizioni space e sferzate rock, fino a raggiungere un livello di saturazione tale da fare di “Grey Tickles, Black Pressure” un disco folle e nervoso, ma probabilmente efficace per sorridere, beffardi, ed affrontare le avversità della vita.

A distanza di sei anni dall’ultimo disco in studio, e con un libro di fotografie appena pubblicato, Peaches rilascia “Rub”. Trainato dai singoli “Light in Places” (e il suo videoclip in collaborazione con le acrobazie al laser di Empress Stah) e “Close Up”, in compagnia di una smagliante Kim Gordon, l’artista canadese incastra alcuni dei brani migliori della sua discografia. Sarà anche che nel frattempo ci si è abituati alla sua forte personalità, alle sue provocazioni e alla sua metrica “nasty”.

Influenced by: John Congleton, John Foxx Best Songs: Black Blizzard, No More Tangles Score: 6

Influenced by: Yoko Ono, Diplo Best Songs: Close Up, Rub, Light In Places, Dumb Fuck Score: 6

Koreless 27/09 Elita Ouverture, Milano 08/10 Latteria Molloy, Brescia Dream Koala 08/10 Internet Festival, Pisa Squarepusher 09/10 roBOt festival, Bologna Soak 16/10 Biko, Milano 17/10 Spazio211, Torino Stereophonics 20/10 Alcatraz, Milano Oh Land 21/10 Biko, Milano 22/10 Locomotiv, Bologna Selah Sue 22/10 Magazzini Generali, Milano 23/10 Orion Club, Ciampino (Roma) Petite Meller (nella foto) 24/10 Wall, Milano

The DEBUT album

Empress Of Me (Terrible Records) Nata e cresciuta a Los Angeles, originaria dell’Honduras, una parentesi a New York e poi la fuga in Messico, in totale isolamento da tutto e da tutti. Il debutto di Lorely Rodriguez nasce in queste circostanze, come diario di una ragazza che ha voglia di mettersi alla prova e ritrovare se stessa. La vera protagonista dei dieci episodi del disco, costruiti su tappeti elettronici molto contaminati, è la voce, a restituire un gusto pop cristallino, che fa di “Me” uno dei debutti da ascoltare quest’anno. Influenced by: Jamie Lidell, Dirty Projectors Best Songs: Standard, How Do You Do It Score: 7

Darwin Deez 01/11 Biko, Milano Of Monster and MEn 10/11 Obihall, Firenza Róisin Murphy 11/11 Fabrique, Milano

The new-wave album

The FOLK album

The ANGRY album

Editors In Dream (PIAS Recordings)

Kurt Vile b’lieve i’m goin down... (Matador)

Fufanu Few More Days To Go (One Little Indian)

“In Dream” ci accoglie con artwork e videoclip curati da Rahi Rezvani, disegnando atmosfere cupe che ben tratteggiano questo quinto disco auto prodotto degli Editors, in ritorno ai grandi fasti, ma con alcune novità: come l’uso della voce di Tom Smith o l’approccio più definito, minimale e arty alla materia sonora: dai predominanti volumi di sintetizzatori, al sommesso lavoro sulle chitarre, in fuga verso lenti lidi sognanti, complice la preziosa partecipazione di Rachel Goswell degli Slowdive.

Dopo due dischi molto acclamati - “Smoke Ring for My Halo” e “Wakin on a Pretty Daze” - con “b’lieve i’m goin down...” Kurt Vile riesce nell’impresa di fondere le due precedenti esperienze discografiche, tra l’immediato songwriting e il torpore introspettivo delle dilatazioni strumentali, rilasciando finissimi episodi di folk americano, a spasso per gli States con un bagaglio di storie e panni sporchi, ma con una voce rasserenante, sicura, quasi sapesse di avere tra le mani il suo disco definitivo.

Si facevano chiamare Captain Fufanu e animavano consolle a suon di elettronica, oggi perdono il Capitano e vanno a spasso per la stagione post punk, portandosi dietro un po’ del loro passato, ma soprattutto, e almeno nel look, della loro Islanda. “Few More Days To Go” è un disco abitato da dieci episodi tenebrosi, alle volte fin troppo camaleontici, complice anche la loro produzione, ma quando con le loro chitarre svolazzano con ferocia verso spirali psichedeliche colpiscono dritti il bersaglio.

Influenced by: Depeche Mode, David Bowie Best Songs: Life Is A Fear, The Law, Marching Orders Score: 7½

Influenced by: Tom Petty, Neil Young Best Songs: Pretty Pimpin, Lost My Head There Score: 8

Influenced by: Bauhaus, O. Children Best Songs: Wire Skulls, Ballerina In the Rain, Goodbye Score: 6


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